Cerchiamo un vuoto insopportabile, eppure così bello che lo si possa ammirare.

Indocile nasce a inizio 2020 come progetto comune dei tre artisti cesenati Giacomo Garaffoni (autore e regista teatrale), Michele Ambroni (artista visivo) e Sofia Rossi (scenografa), come tentativo di cercare un punto comune all’incrocio tra arti visive e performative. Indocile è il luogo dell’attività più edgy dei tre autori, il luogo di una ricerca perturbante e priva di compromessi, un luogo di confine per guardare al vuoto, come elemento nodale del contemporaneo. Il collettivo nasce per rinunciare al compromesso del riparare e del ripararsi. Scegliendo di fronteggiare macerie e ferite perfette, in uno scenario in cui l’eventualità del performativo attraversa e segna senza possibilità di ritorno il lavoro del trio, compromettendo ogni elemento esposto fino a farlo risultare irrimediabile.

 

L’intento di Indocile, nella volontà dei componenti del collettivo è quello di proseguire la ricerca nella direzione in cui l’atto performativo corrompe irrimediabilmente, ogni manufatto esposto.


Giacomo Garaffoni classe 1981, attore, regista e artista cesenate, attivo in italia ed europa con diversi gruppi teatrali (Teatro Valdoca, Societas Raffaello Sanzio, Romeo Castellucci, Silvia Costa, Motus e altri). Prende parte ad alcuni dei più importanti festival italiani ed europei. Nell’ultimo anno concentra il suo lavoro di autore e regista sull’ambizioso progetto “Voglio soltanto le ossa” sostenuto da ERT Fondazione, opera teatrale e letteraria sulla oscura vicenda di Cristina Golinucci, ragazza scomparsa fuori da un convento nel 1992 senza lasciare alcuna traccia. Attualmente in tour con un reading dedicato a Furore di J. Steinbeck insieme alla cantante e musicista Marianne Mirage. Dal 2020 diventa formatore e visiting professor per il corso di laurea magistrale internazionale “Science for the conservation – restoration of cultural heritage” dell’Università di Bologna.



Michele Ambroni Classe 1989. Artista visivo e docente di fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Rimini. Nella sua ricerca utilizza le immagini evitando l’uso del mezzo fotografico, distaccandosi dall’aspetto tecnico per ritornare ad una condizione primaria dell’immagine, cercando di ritrovarne l’essenza e enfatizzando la sua materialità.

Ha partecipato a mostre collettive e individuali: Art City, Bologna, 2016; Il Tradimento Delle Immagini (Art City, Bologna, 2016); Contaminazioni 5° Biennale Giovani Fotografi Italiani 2016 (Centro Italiano della Fotografia d’autore Bibbiena), Beyond (Installazione site-specific presso Art City Bologna, 2017); Celebration Device (Accademia di Belle Arti di Bologna 2017). L’Abbandono delle Immagini (performance c/o marmo, Forlì, 2019); residenza d’artista In un Istante (Agosto 2019 Galleria Bluklein Cesena); mostra personale In un Istante, Galleria Bluklein, 2020; curatela Photo Publishing (Esposizione libri d’artista studenti di Fotografia L.a.b.a Rimini) c/o Marmo, Forlì, 2019; giuria Camera Work, Palazzo Rasponi, Ravenna, 2020. Pubblicazioni: Catalogo Riflessioni, Centro Italiano della Fotografia d’Autore, 2016, Bibbiena; In Un Istante, libro d’artista, 2019 ; Lo spazio e le cose, libro d’artista, 2020, Quarantene per Guaraldi editore 2020 (catalogo con Guido Guidi, Silvia Camporesi, Leonardo Sonnoli e altri).



Sofia Rossi Classe 1990. Scenografa e responsabile tecnico del collettivo, con un bagaglio che spazia dal teatro d’opera al mondo della ricerca, il suo lavoro attraversa diversi ambiti della pratica scenografica e illuminotecnica. Appena conclusi gli studi (Acaddemia di Belle Arti di Bologna e di Urbino) partecipa al Terme di Caracalla Opera Festival, per poi passare una stagione al fianco della compagnia di teatro di ricerca Motus, con cui segue un’edizione del Santarcangelo Festival e diversi progetti di spettacolo e laboratorio.

Nel 2016 avvia una lunga collaborazione con il Rossini Opera Festival che la porta a realizzare scene e luci per importanti nomi del teatro d’opera internazionale e non solo, tra cui Davide Livermore, Marco Martone, La Fura del Baus. Nel 2018 entra nello staff tecnico della Societas Raffaello Sanzio e inizia un’esperienza professionale all’interno del laboratorio Plastikart (Amoroso, Zimmerman). Le sue realizzazioni sono esposte in spazi prestigiosi, tra cui il teatro della scuola di architettura di Mendrisio e il Gulliver’s Gate di Times Square (nyc). Oggi collabora stabilmente con il regista cesenate  Giacomo Garaffoni e fa parte del laboratorio cesenate MulinArte, oltre a seguire alcuni allestimenti musivi in collaborazione con Studio Azzurro.

tour, mostre e pubblicazioni

To be announced…

premi

Cassandra. Il diritto di parlare

Vince il bando Acquisizione giovane arte contemporanea Regione Emilia – Romagna 2020

Dicembre 2020